Auto usate, scatta l'obbligo per il venditore di verificare la corretteza dei km percorsi
La Suprema Cassazione sancisce che grava sul venditore la verifica degli effettivi km percorsi dall'auto. In caso di accertata manomissione del contachilometri anche se imputabile al precedente proprietario, incombe sul vendiote l'onore dell'accertamento
Con sentenza Cassazione civile, sez. II, 2 febbraio 2012, n. 1480, la Suprema Corte di Cassazione ha sancito un importante principio di correttezza nella vendita delle auto usate, da sempre un mercato particolarmente lacunoso dal punto di vista della tutela e della regolamentazione.
Infatti qualora dovessimo accorgerci con opportune veriche tecniche, che l'auto acquistata abbia subito una manomissione del contachilomentri con conseguente riduzione dei km percorso dall'auto avremmo tutto il diritto di agire per chiedere l’annullamento del contratto di compravendita per dolo del venditore.
Il giudice di legittimità è arrivato a tale conclusione sulla base del fatto che seppure la manomissione del contachilometri non sia da imputare al venditore, esso avrebbe dovuto con l'ordinaria diligenza e perizia rendersi conto che la vendita di un auto a certe cifre con un kilometraggio troppo basso rispetto agli anni di vita dell'auto è quantomeno sospetto e sulla base di ciò, dovrebbe richiedere adegutati controllo da parte di professionisti dell'auto e della meccanica.
Pertanto la materiale alterazione del contachilometri, anche se non imputabile al venditore costituisce elemento di alterazione delle volontà dell'acquirente.